Domanda:
Solo per esperti di ECONOMIA: quale sistema economico OTTIMALE auspicate oggi,che NON SIA il capitalismo puro?
anonymous
2008-07-17 14:50:14 UTC
Rivolgo questa domanda soprattutto a chi se ne intende DAVVERO di economia,o perchè studia o ha studiato economia e commercio,o perchè è comunque un esperto in materia. Vorrei dire che mi sembra evidente,dal decorso della storia degli ultimi 2 secoli (e questo SENZA essere necessariamente comunisti), che C'E' QUALCOSA CHE NON VA nel capitalismo puro,per TROPPE ragioni, ad es.: rischio di massimizzazione del "profitto" con la concentrazione del capitale e della ricchezza nella mani di pochi ricchi,mentre la stragrande maggioranza del popolo ha un divario economico troppo grosso da loro; rischio di "sovrapproduzione" industriale di prodotti che non verranno MAI venduti tutti sul mercato causa la flessione della domanda dovuta alla perdita del potere d'acquisto per l'altissima INFLAZIONE e crisi economiche varie; rischio TROPPO ALTO di gravi depressioni e crisi economiche internazionali con crollo delle borse e polverizzazione dei risparmi,
COME NEL 1929 (ci siamo vicini proprio ora!).
Otto risposte:
Storm
2008-07-18 11:42:54 UTC
(CONTINUAZIONE DELLA PARTE IN RIFERIMENTI)

Questo arricchimento porterebbe alla possibilità di acquisto dell'altro bene a prezzi bassissimi (infatti, vista l'elevata offerta, si sarà del tutto svalutato) e ad un sostanziale monopolio. Insomma, un sistema di collettivismo corretto, porta indiscutibilmente a una dittatura capitalista :D. Ti piace ancora messa così? Capisci, ora, perchè dico che le discussioni che ho letto sono da bar? Non è offesa, ma solo stupore di fronte a gente che parla di argomenti già trattati cento anni fa e ne ignora le risposte.



2)Utili delle aziende destinate a finalità sociali = Io questa spero, spero davvero, di averla letta o interpretata male. Cioè, si intende, che l'utile delle aziende vada devoluto?? Io spero di no... sai, a questo punto, togliendo l'utile all'impresa si perderebbe l'iniziativa imprenditoriale e in breve tempo nessuno aprirebbe più una qualsiasi azienda (tanto non maturerebbe utile....). Per altro sarebbe una soluzione LEGGERMENTE dittatoriale.

Io spero fortemente che il senso con cui devo leggere quella frase sia quella di permettere sgravi fiscali alle aziende che devolvono parte del loro utile a fini sociali. Ma sei sicura che sia una innovazione questa? Lo sai che in America esiste dal 1960? E come mi spieghi che, nonostante ciò, gli USA sono la terra dove il capitalismo è più accentuato? Anche qui un po' di cultura economica sarebbe d'aiuto: basterebbe aver letto qualche paper di Blanchard. Ad ogni modo, visto che le tue aree sono altre, ti spiego il problema. Per creare un sistema che incentivi la beneficienza bisogna fare in modo che chi devolva il proprio denaro ne abbia un ritorno (solitamente fiscale): questo comporta che chi dona guadagnerà di più rispetto al non donare (pagando meno tasse). Tu dirai: "benissimo...se così si aiutano gli altri". Il problema è che non è proprio così :D. Infatti se i soldi vengono divisi nella collettività in modo EQUO abbiamo che tutti i poveri saranno più ricchi di una cifra X. Ma se lo sono tutti, nella sostanza, è come se non lo fosse nessuno. Per un meccanismo economico vecchio come il mondo, infatti, se la quantità di moneta (non risparmiata) sul mercato aumenta, i prezzi aumenteranno con essa. Questo annullerà l' "effetto beneficienza". Non solo, siccome i ricchi avranno avuto degli sgravi, loro saranno ancora PIU' ricchi. Per di più chi ci assicura che le tasse che sono state loro sgravate, non fossero destinate a fondi perequativi per i più poveri? Nella sostanza questo sistema si risolve in ricchi sempre più ricchi e poveri ugualmente poveri per via dell'aumento dei prezzi.



3)Eliminare ogni discriminazione, dare speranza e valore agli handicappati, disincentivare i licenziamenti = sono tutte soluzioni sociologiche che agiscono sulla cultura e non sull'economia. La tua domanda, invece, parlava di sistema economico. Io stesso ho detto che soluzioni sociologiche se ne possono trovare a bizzeffe e ho pure detto che, ovviamente, fornendo panna buona agli economisti la torta sarà più buona.

Per altro faccio notare una cosa: un cambiamento culturale agisce, con un'incidenza statistica prossima al 100%, quando i figli della generazione che l'ha attuato sono morti. In sostanza, iniziandolo oggi, avremmo bisogno di un tempo di almeno 160 anni. Dici che non sono troppi, dal momento che la tua domanda parlava di cose fattibili OGGI?



Ripeto...io aspetto soluzioni corrette, attuabili oggi e strettamente ECONOMICHE. Arriveranno? Lo spero tanto.







P.P.P.P.P.S. Il senso del mio suggerimento di andare in Africa non era da intendere, come tu hai fatto ,come uno sminuire la tua preoccupazione per le sorti del mondo. Nessuno mette in dubbio che tu non ci possa andare per ovvie cause oggettive (che poi, guarda, anche qui la letteratura economica ci potrebbe venire in aiuto, ma sorvolo), ma il senso era tutt’altro. Volevo far capire che ognuno dovrebbe fare quello che può e tu, l’unica cosa che puoi fare è aiutare direttamente. Farlo teoricamente, discutendo di cose che non sai, come ho dimostrato appena su, non ti è possibile; è solo una perdita di tempo. Rischi di confondere cose già dette con cose innovative, e di prendere cose che sono COMPROVATAMENTE negative per positive. Dai, su…. Io qui ho sentito parlare di “collettivismo sociale”: per un economista è un’idea che poteva avere un senso nel 1800, ma oggi ti riderebbero in faccia. Idem per tutte le altre idee: io ho dimostrato, per ovvie ragioni di tempo, solo l’erroneità di 3 delle tesi proposte, ma CREDIMI, ti prego, sono tutte sbagliate e la loro fallacità è dimostrabile per chiunque abbia un’infarinatura generale di teoria economica. Ma tu credi davvero che se una soluzione immediata ci fosse, questa non sarebbe stata già pensata? Ma pensi davvero di essere più intelligente di alcune delle menti più geniali di ogni tempo? Di arrivare oltre quello che, chessò, Keynes è riuscito a fare? E soprattutto credi di poterlo fare, così, su due piedi? Di poter superare in 5 minuti, 300 anni di storia del pensiero umano?

Io capisco la tua preoccupazione e il tuo interesse, ma parlando senza avere la cultura necessaria per farlo, perdi solo tempo e ti perdi in facili illusioni, come è successo prima. Occupati di quello che sai e dai fiducia agli altri: anche loro faranno lo stesso, meglio che possono. Te lo prometto.

Del resto io, credimi, ho fatto del mio meglio per spiegarti dinamiche economiche e concetti teorici, ma mi rendo conto di parlare una lingua che non conosci.

Quindi io vado, seguirò la discussione dal di fuori senza più intervenirci e, sicuramente, sorriderò quando sentirò parlare di cose simili a sgravi fiscali e “collettivizzazione sociale” ma non aggiungerò più becco, tanto, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire (o di chi non ha le orecchie per farlo…..).

Mi fai tanta tenerezza, davvero, sei sicuramente una persona molto buona, ma ti servirebbe un bel bagno di umilità: dai fiducia a chi a queste cose dedica la sua vita e dedicati a tradurre il tedesco a cui tu hai dedicato la vita. Sai, mi fa un po’ dispiacere che quando ti si proporrà un’altra soluzione come quelle di prima tu penserai nuovamente: “AH! INNOVAZIONE! FANTASTICO”, perché ti illuderai… e questo ti farà stare pure peggio.

Ora vi lascio cambiare il mondo su internet, che io torno a STUDIARE per farlo davvero, un domani. Anche per voi.

Se lo facessero tutti, ognuno nel suo campo, ecco, allora si, avremmo una soluzione.
mallo
2008-07-19 10:10:57 UTC
Allora, scusate l'intromissione che a questo punto è doverosa anche se non sono di certo un economista. Decido di esprimere lo stesso un parere, spinto da una capacità di giudizio che esula dal campo economico per entrare in quella della semplice razionalità, corroborato nei miei intenti anche dal livello non esclusivamente "da esperti di economia" che questa conversazione (perchè tale è, presupponendo già che sarà molto difficile scegliere un vincitore oggettivo della domanda) sta prendendo.

Mi pare che Smart8511 abbia compiuto un'analisi capace di collimare dato razionale, oggettivo, con sensibilità personale, con il così detto "mondo dell'anima", con quel concetto per cui, come diceva Pascal, "il cuore ha ragioni che la ragione non conosce".

Per altro, credetemi, compiendo un evidentissimo e lodevole sforzo. Uno sforzo che ogni volta che un "tecnico" (cioè ogni persona che si occupi a livello puntuale e specifico di un determinato problema, dal neurologo, all'ingengere spaziale, dallo storico dell'arte al traduttore) deve compiere per far capire dinamiche e problematiche complesse a chi un tecnico non è. Mi azzarderei a fare un esempio in merito: è come quando in un museo una persona si permette di dire, davanti ad un quadro, che "fa schifo". Un tecnico del settore sa molto bene che non c'è lo "schifo", ma al massimo il "non capito", il "difficile" il "non mi piace". Ma riuscirà sempre a farlo capire a chi non è un tecnico come lui? Certo, ci proverà costantemente, ma la possibilità di non riuscirci sarà sempre dietro l'angolo.

Allo stesso modo (e forse ancora di più) in un campo che può ledere concetti come moralità e sensa dell'altruismo quale è l'Economia, un tecnico dovrà fare i salti mortali per far capire certi concetti. Altro esempio: l'avvocato ed il giudice, che applicano le leggi, ma non le fanno.

Capirete quindi dove voglio andare a parare: evitate veramente di mettere in seria difficoltà con discorsi a senso unico ed ottusi il povero Smart, oppure non fate proprio la domanda se volete UNA SOLA risposta.

Ecco, qui è come se si dicesse "ahhh...ma lo vedete che è uno scandalo? vero che è una vergogna????? dai, ammettete l'evidenza dei fatti???". Se può esserci una risposta oggettiva con un simile presupposto, giudicatelo voi.

Entrando nell'effettiva domanda, io non posso quindi fare altro che confermare quanto dice Smart.

Ed evitate sermoni alla Maria Goretti, come quelli che si leggono dopo la sua risposta, su un appello ai popoli della terra per il miglioramento delle umane condizioni.

Dico, ma avete il coraggio di ammettere, VOI TUTTI, che avete un casa, del cibo, dei vestiti, un computer, una macchina, dei figli sani, i denti in bocca, gli organi sani, proprio perchè dall'altra parte del mondo c'è gente che i denti non li ha, che muore di fame, che vive nel pantano????

Se foste veramente tanto sofferenti per le condizioni altrui come dite, partireste domani per il Terzo Mondo, come fecero e fanno tante persone, quelle si oneste con se stesse e con gli altri.

Assurda poi la cosa della meritocrazia sul volontariato, che ha un retrogusto tutto perverso, quasi dittatoriale, quasi subliminale. Obbligare la gente a donare ed aiutare, come se non lo si fosse già tentato molte volte nella storia e SEMPRE con effetti squallidi e/o disastrosi.

So che mi beccherò decine di pollici versi, ma non si può non ammettere che l'unica risposta possibile A LIVELLO COMPETENTE è quella di Smart.

Il resto è solo opinione da bar.
anonymous
2008-07-20 13:45:28 UTC
Innanzitutto, scusate se non ho letto tutti gli interventi.



Il capitalismo "puro" non esiste, e non è mai esistito. Il capitalismo esiste solo in quanto supportato dall'entità statuale. Appena il capitale cerca di liberarsi dello stato, in quanto gli mette un pò di "lacci e lacciuoli", va immediatamente in crisi, e torna ad invocare l'aiuto di mamma stato e della sua macchina salva-industria.



Il capitalismo ha sempre, e dico sempre avuto bisogno dello Stato per:



-una moneta fiduciaria statale comunemente accettata, in quanto facilita gli scambi e il commercio (quando a battere moneta erano i signorotti feudali, il commercio era un disastro).

-un apparato legislativo che garantisca la certezza della proprietà e disciplini il credito e il debito.

-un sistema di pubblica sicurezza

-un esercito

-una politica estera che faccia anche gli interessi dell'industria nazionale

-un sistema di "sponsorizzazione" pubblica per le grandi opere, troppo rischiose per il capitale. (ferrovie, canali)



a partire dalla seconda metà del novecento, il capitalismo ha anche avuto bisogno di:

-un sistema di (blanda) redistribuzione del reddito, allo scopo di mantenere la pace sociale

-una politica economica pubblica in grado di mitigare gli effetti negativi del ciclo economico sulle classi disagiate e i disoccupati.

-un programma di investimenti pubblici per tutto ciò che non avrebbe mercato (energia nucleare, economicamente in perdita, ad esempio)

-investimenti in capitale umano



Il capitalismo "puro" non esiste e non è mai esistito. Se esistesse, non sarebbe un sistema stabile e in grado di replicarsi. Il sistema attuale, che si chiama semplicemente capitalismo, gode di ottima salute, e se si risolvessero i problemi energetici potrebbe durare per altri mille anni.
Lordo DOC
2008-07-17 15:04:12 UTC
Beh che dire hai ragione nel dire ciò che dici oramai sembra davvero che siamo tornati indietro al 29 (non manca che scegliere quale giovedì sia quello nero)

beh il mondo ha conosciuto 2 sistemi economici capitalista e socialista .

sinceramente credo che la mancanza di prorietà privata ( insieme a tutto il resto) non sia il modo migliore per affrontare il serio problema che stiamo vivendo ora

Occorre scegliere una classe dirigente forte capace di affrontare la soluzione.Il potere di acquisto è veramente troppo basso e la diminuzione delle tasse e solo una piccola speranza perchè si diminuiscono ( di solito ) solo ai ceti più alti

Continuo a sperare in un via alternativa a al capitalismo che sia capace di risolvere la situazione



Comunque brava ottima domanda stellina accesa ciao



ecco ho notato ora l'aggiunta e ti rispondo eh



la classe dirigente come giustamente hai detto tu percepisce uno stupendio troppo alto un primo passo sarebbe appunto la diminuzione del loro reddito

ci sono anche altri problemi oltre a quelli da te citati

il problema delle pensioni è molto più grave se si pensa che il numero delle persone in età lavorativa diminuisce infatti se nessuno lavorerà più non sarà più possibile pagare la pensione.

Per questo si pensa che uno dei rimedi migliori sia l'immigrazione



risposta alla terza aggiunta ( ci penso)

per creare un sistema economico efficente nel vero senso della parola è opportuno partire dalgi errori dei precedenti (premetto che sarà impossibile trovare un sistema economico efficiente all 100%)

escludendo i regimi totalitari occorre guardare al capitalismo come ad un sistema economico per così dire di partenza.

Segno i punti da cambiare (secondo me)



Diminuire lo strapotere e lo stipendio di alcuni politici proponendo soluzioni per così dire aperte a tutti

Ci sono poi troppe ricchezze concentrate nelle mani di poche persone e questo va cambiato

Per le pensioni è utile continuare con il progetto immigrativo

Il potere d'acquisto delle famiglie o delle famiglie in formazione ( in maniera particolare) è troppo basso: la vita costa troppo E' opportuno quindi cercare solouzione diverse in questo ambito con la diminuzione delle imposte sui redditi più bassi

Un maggiore accesso al mondo del lavoro è un'altra opzione da migliorare dato che è sui giovani che bisogna puntare per rilanciare l'economia e la società

è utile anche non contare troppo sul greggio e sui prodotti che da esso derivano perchè i giacimenti petroliferi stanno per terminare quindi è opportuno investire sulle nuove fonti energetiche



Il problema principale del capitalismo è in definitiva l'egoismo umano: IL capitalismo accresce il potere di pochi a spese di molti è questo il problema principale è questo da cambiare



Spero di averti soddisfatto per ora , ma se mi viene in mente altro scriverò altre opzioni.Sinceramente devo dire la verità sono (forse) piccolo per l'economia ma devo dire che mi piace parecchio
?
2016-12-12 17:03:10 UTC
Non c'è il Berlusconeisimo? Hai due mucche, le moltiplichi come i pani e i pesci e le vendi agli italiani facendo finta che siano state modificate geneticamente dalle cooperative rosse.
anonymous
2008-07-21 01:32:36 UTC
E' una domanda molto complicata , ma vorrei rispondere lo stesso in maniera molto semplice.

Sono per il capitalismo e la proprietà privata.

Non sono assolutamente per il comunismo e l'essere tutti uguali , perchè tutti uguali non siamo.

Ma mi rendo conto che negli ultimi anni la situazione stà notevolmente cambiando.

Molti più ricchi e molti più poveri . Questa categoria di "più poveri " che stà nascendo , la riconosceremo meglio tra una decina d'anni .

Allora , che fare ?

Personalmente non lo sò , non ho gli studi adatti per poter definire un "nuovo" sistema economico .

Però una cosa voglio far rilevare : che per poter sopravvivere al giorno d'oggi occorre rendersi conto che le cose che non possiamo fare non dobbiamo farle.

Mi spiego meglio : sento di famiglie operaie che hanno due o tre figli .... e non riescono ad arrivare alla fine del mese ...

Bisogna rendersi conto che se non abbiamo possibilità economiche , dobbiamo rinunciare anche ai figli , per il loro bene ! O accontentarci di un figlio solo ....

Purtoppo oggi avere un figlio è diventato un lusso ....

Dobbiamo essere noi in prima persona a capire cosa possiamo e cosa non possiamo fare ...

Io , per esempio , ho deciso di rinunciare ad avere figli , sia per motivi personali , ma anche per motivi economici.

Dobbiamo essere noi i primi ad "organizzare" un nuovo sistema economico. Dobbiamo riflettere, prima di fare qualsiasi passo.

Purtroppo è così.

Mia madre ha fatto tre figli senza pensarci, ma erano gli anni '70 ....

L' attuale sistema economico non ci permette più di NON pensare ....
anonymous
2008-07-18 02:22:05 UTC
Il Capitalismo puro,non e' stato mai definito da me con questo tipo di aggettivo;Il Capitalsmo puro o Capitalismo in genere,lo si e' trasformato in Capitalismo oligarchico,capace non solo di dirigere e dirottare l'economia nazionale ma addirittura quella mondiale;un esempio attuale il costo del petrolio;un esempio passato il valore raddoppiato del marco tedesco(come mai?tutti i capitali dei piu' grandi imprenditori eurpei furono dirottati nelle banche tedesche)

Questo Capitalismo a cui mi riferisco,la sua forza la manifesta sopratutto nel poter dirigere verso i suoi interessi qualsiasi forma di governo,il quale per sopravvivere e' costretto a legiferare in un certo modo(vedi la legge 300 abrogata,il licenziamento senza giusta causa,la depenalizzazione dei reati per falso bilancio,i contratti di lavoro non a tempo indeterminato,defiscalizzazioni contributive a favore dell'imprenditore etc).

Quando un governo viene,se cosi' si puo' dire e come discutevo in univesrsita con termini nuovi e accettati dai miei prof,CAPITALIZZATO OLIGARCHICAMENTE le conseguenze su chi ricadono?sulla forza lavoro,sui livelli dei prezzi,sul piccolo artigiano,sul piccolo commercio,sui consumi,sulla mancanza di risparmio,sulla precarieta' di assistenza sanitaria,sulla scuola etc,per i tagli di spesa che i governi sono costretti a decidere perche',cara mia,il Capitalismo a cosa auspica?alla negazione di qualsiasi spesa pubblica e debito pubblico.

Oggi e' chiaro che la classe dei pensionati deve ed e' preoccupata,le pensioni calcolate in base a livelli contributivi e non retributivi,il tfr non piu' accantonato investito ma investito,da chi? e gestito da chi?da chi deve controllare il flusso di denaro e come investirlo!o salvaguardare gli interessi di quella imprenditoria nascosta sotto le spoglie Assicurative?

La crisi e' chiro che deve sopravvenire quando la catena in cascata di 1°retribuzioni basse

2°consumi bassi

3°risparmo nullo

4°sovraproduzione

5°investimenti zero

6°tassi di interesse proibiti

7°ricerca scentifica trascurata

8°disoccupazione

comincia a suonare con i suoi anelli.

Tu,scusami il tu,parli di una economia equa e solidale;ti faccio una domanda:perche' l'Albania non vogliono inserirla nella comunita' europea?avevano detto perche' aveva un governo corrotto(vedi un po' da chi viene la predica)lo sai quanto costa 1kg di pane?70 centesimi,1kg di carne?5 euro

se entrasse nella comunita' europea i signori capitalisti di tutta europa devono accettare un prezzo comunitario pari alla media del prezzo piu' alto con quello piu' basso.Conviene?

Arrivo a risponderti quali soluzioni sono auspicabili,sempreche' i governi non siano diretti e succubi del capitalismo:la cooperazione(non puo' essere negata perche' gli esempi sono i centri commerciali).La concorrenza spinta ai massimi livelli,detassazione,limite del prezzo massimo del prodotto,investimenti condizionati a lavoro e risultati di distribuzione di ricchezza.Spero d'averti offerto questo mio contributo e risentirci qualora dovessi averne necessita' di discuterne e confrontarci.Ti saluto e abbracci Rocco B.

Galbraiht nel 1950 non si seppe esprimere molto bene e fu malcapito dai politici e industriali americani perche' egli non affermo, che lo sviluppo poteva avvenire ugualmente ed era anzi promosso dalle idee dei consumatori,affermo' solo che il livello economico di un paese si misura dal livello sconsiderato dei consumi.Egli si e' invece corretto nel 1967 quando nel suo volume THE NEW INDUSTRIAL SOCIETY riconosce il capitalismo forma di progresso economico e di civilta ma aggiunge con la partecipazione attiva dei consumatori che in parole povere(ho letto questo volume 4 anni fa)possono in qualche modo indirizzare la produzione verso consumi piu' razionali,ecologici,a basso costo permettendo a tutti di esudire i propri bisogni.Non poteva esserci dopo Galbraiht un latro economista perche' tu sai che dal 69 in Italia scoppio' il boom economico incontrollato.
anonymous
2008-07-19 08:39:31 UTC
Parte prima - Premessa



L'errore comune è pensare ad un nuovo sistema economico basando il ragionamento su basi economiche, quando la base è anzitutto psicolocica, sociale, culturale. E' un principio che tu hai espresso bene con l'espressione pensare con il CUORE.



Il fatto è che non ha torto chi sostiene che il capitalismo sia il miglior sistema possibile (l'ho scritto anche io in un post, avvertendo ogni rigo come una staffilata), più precisamente è _il miglior sistema possibile per il livello culturale e umano della nostra società_ e i piu' pessimisti arrivano a dire per l'uomo, per come è la sua natura, e non è detto che abbiano torto: esiste un motore piu' affidabile dell'egoismo? Aggiungo che il sistema capitalista è certamente migliorabile e molto, basti vedere come viene declinato nei paesi scandinavi ad esempio, ma ovviamente capitalismo rimane, con tutti i suoi difetti. Il principale difetto non è di ordine pratico (tu parli di potere d'acquisto al ribasso, di inflazione) ma culturale, di anima.

Chi è contrario alla pena di morte spesso dice: non funziona, le statistiche affermano che i crimini aumentano. Ma chi fosse DAVVERO contrario lo sarebbe anche se uccidere portasse a qualcosa, se gli omicidi diminuissero, perchè il punto è l'uccidere in sè, il pezzettino di anima (e di CUORE) che bruci, non le conseguenze statistiche. Rapportato al sistema capitalistico, anche se si risolvessero tutti i problemi collegati al potere d'acquisto, all'inflazione, ad un reddito minimo garantito e assicurato, ciò non cambierebbe la sua natura.



E' IMPOSSIBILE aiutare popoli in difficoltà col criterio economico. Esistono miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, per aiutarli non sarebbe sufficiente destinar loro l'intero prodotto interno lordo (togliendo le spese primarie non contraibili) di Stati Uniti ed Europa, aggiungendovi l'intero capitale espropriato ai ricchi della terra. La dimostrazione è presto fatta, vogliamo portare il reddito minimo a 10 dollari al giorno? Ok, ogni giorno occorre trovare sul mercato 10miliardi di dollari per ogni miliardo di bisognosi,fanno circa 4.000 miliardi l'anno per ogni miliardo di poveri,che sono in crescita costante; per darti l'idea una manovra finanziaria che superi i 20 miliardi vien considerata 'lacrime e sangue', il debito pubblico italiano contratto in decenni di sperperi, e che probabilmente ci porteremo dietro fino alla fine dei tempi ammonta a circa 1.600 miliardi, i ricconi della terra, quelli che (buonisticamente) si dice potrebbero da soli sfamare chissà quanti pianeti pieni di disperati hanno una frazione del necessario; il Berlusca non arriva a 30 miliardi.

Gli economisti a questo punto dicono che certo, l'aiuto può essere limitato, che la soluzione sarebbe quella che quei paesi trovassero al loro interno gli strumenti per un bellissimo boom economico, indicando sornioni la Cina, e altri paesi con PIL > 5% annuo. In questo modo mandando a benedire (di fatto) qualunque principio solidaristico. Al limite ci può stare un piano Marshall, se il ritorno per l'offerente è garantito, al limite gli altri possono raccogliere il nostro sistema, ereditandone i difetti, altrimenti crepano ed è giusto così, di più non si può fare.



La mostruosità che i fan-capitalisti (quelli acritici, non quelli rassegnati) fan finta di non vedere è rappresentata in modo plastico dall'evidenza che il latte lo produce la mucca e il grano la terra, e che l'affermazione “se non hai un dollaro non avrai né latte né grano, piuttosto verso nelle fogne il latte e lascio marcire il grano” (modalità ortodossa, altrimenti si rischiano conseguenze negative nel mercato dei latticini e cereali) è pura follia infernale. Ci fosse una goccia di petrolio in Darfur un oleodotto la assorbirebbe, se lì muoiono di sete si arrangino (o trovino i soldi per la bolletta dell'acqua). Possibile che anche oggi, dove un macchinario installato su una nave da crociera (l'ultima della royal caribbean) riesce a produrre milioni di litri d'acqua potabile direttamente dall'oceano per le esigenze dei turisti, si parli ancora di problema idrico, di sete nel mondo, di “se non hai i soldi muori?”.



Concettualmente il sistema migliore possibile è il sistema-villaggio, il sistema-kibbutz, quello in cui c'è chi si dedica alla “creazione” del cibo per i bisogni della collettività, e in cui ognuno dia il suo contributo seguendo i talenti che la natura gli ha dato. Un sistema di questo tipo (sempre concettualmente) risolverebbe infiniti altri limiti del capitalismo, ad esempio quello di dover stanziare somme per un'opera pubblica. Cos'è una ferrovia se non lavoro umano + materie prime (ricavate da altro lavoro umano)? Concettualmente non c'è nulla per cui un sistema _senza denaro_ , su base umana, non possa funzionare, ed essere anzi migliore e più efficiente di uno su base capitalistica.

C'è solo un dettaglio, che non funziona.

Tutti i sistemi collettivistici sono falliti miseramente.

Perchè? Perchè (rimanendo sull'esempio delle opere pubbliche) in un sistema che ha necessità di reperire un tot di 'denaro' queste opere vengono edificate, mentre in quello che non ha questo limite, in cui è sufficiente lavoro e materie prime?



1- Incentivo al lavoro

Se ne stanno accorgendo oggi a Cuba, dove il litro di latte ce lo hanno tutti, ma il resto è uno sfacelo: se tutti i lavoratori hanno gli stessi diritti, che si impegnino o meno, che restino a casa o si facciano il **** (seguendo il sacrosanto principio che tutti hanno diritto al cibo e a ciò che si produce, senza creare alcuna restrizione, in quanto tutti azionisti a pari grado dello stato) allora non conviene andare al lavoro, non conviene specializzarsi, è ciò che si osserva in molte realtà pubbliche di cui sono testimone ogni giorno. Il sistema collettivistico funzioneREBBE se tutti avessero il senso della collettività, un po' come si osserva nelle formiche (dove funziona tutto a meraviglia), o nelle api, ma non nell'uomo; l'uomo è un animale individualista.



2- Proprietà dei mezzi di produzione (e altri)

In un sistema collettivistico tutti i mezzi non possono che appartenere allo Stato, e anche se ciò può far sussultare qualcuno, questo fatto sarebbe (concettualmente) straordinario. Ognuno di noi sarebbe lo stato, non esiste un padrone, la proprietà privata non avrebbe senso perchè tutto ci apparterrebbe, ogni cosa, in parti uguali (e se non fosse per il punto 1, ognuno avrebbe la macchina, il computer, una casa e ogni altra cosa, unico limite l'esaurimento delle risorse). Ma:

- la storia ha dimostrato che il modo peggiore per gestire un campo di grano è collettivizzarlo e 'usare' un contadino per seminare una terra che non considera propria

- e poi, come esposto nel geniale racconto “La fattoria degli animali”, non esiste una coscienza pubblica, necessariamente qualcuno si dovrebbe specializzare in “politica e gestione”, e che questi, inevitabilmente, diventerebbero più uguali degli altri. E presto i cittadini perderanno il ruolo di azionisti, e in un sistema di questo tipo anche i mezzi di informazione appartengono allo stato...



Per questo appartengo alla categoria dei capitalisti-rassegnati, vedendo la storia dagli albori ad oggi come mia storia personale, posso dire di aver provato ogni sistema possibile e immaginabile, e alla fine, rassegnato, accetto il presente come il peggiore, ma dopo tutti gli altri.



Per rispondere compiutamente alla tua domanda: qual'è il sistema che ritengo ideale, e cosa farei io avessi la possibilità di essere nella stanza dei bottoni.

Non possono che essere intese come due domande differenti.

Il sistema ideale E' un sistema collettivistico, modello formicaio (nell'accezione positiva), nel quale ognuno dia il suo contributo, e in cui tutto sia diviso con criterio egualitario. E in cui l'uomo non sia l'uomo come lo conosciamo, ma una razza identica all'attuale se non per un senso smisurato del bene comune. E' quello che farei? No, fallirebbe subito, e per i motivi descritti sopra.



Cosa farei quindi. Impiegherei gli strumenti propri del capitalismo per fargli fare ciò che ritengo giusto. Il capitalismo è una cosa completamente amorale (non immorale, attenzione), e questo può fargli assumere le sembianza di un mostro, ma anche quello di Santa Maria Goretti, se ci limitiamo ad osservare le azioni, non gli scopi.

Faccio un esempio, il sistema produttivo non può non discriminare la donna, in quanto (teoricamente) portata a produrre di meno causa gravidanza, quindi la funzione amorale “scegli_capitale_umano” toglierà un punteggio X ad una donna dove X è il rischio maternità. Lo stato (riconoscendo il sacrosanto diritto di una donna ad aver figli e a lavorare) dovrà trovare questo valore e appianarlo con un incentivo Y di pari importo. Essendo il sistema amorale, non immorale, se Y fosse troppo grande il mercato comincerà addirittura a “discriminare” gli uomini preferendovi le donne. E questo concetto può essere applicato per appianare ogni tipo di discriminazione umana e sociale. Facendo i giusti correttivi parlando la lingua del mercato e del denaro, si può arrivare alla possibilità teorica di avere società dedite a destinare buona parte degli utili a finalità sociali (se lo sgravio fiscale relativo rende la cosa conveniente), ad eliminare ogni forma di discriminazione, a dare speranza e valore a persone affette da handicap, a dedicarsi anima e corpo al benessere dei lavoratori (se la rilevazione del loro benessere fosse considerato in sede di pagamento delle tasse) e così via. In fondo contano le azioni, non le motivazioni, certo resta il problema etico (per me importante) di un sistema che tranquillamente


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